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Violenza e siderazione psichica

2024-08-30 14:01

Dott.ssa Erika Debelli

Violenza, Violenza, Donne, 25 novembre,

Violenza e siderazione psichica

Impossibile gridare, fuggire, difendersi, impossibile dire no. Questo stato di paralisi è frequente: riguarda il 70% delle vittime di violenza. Perché?

“L’idea di una donna che davanti al suo aggressore o stupratore batte i pugni e si mette a urlare ‘no, non voglio’, appartiene ai film. Sono rappresentazioni collettive non conformi alla realtà”, ci spiega l’avv. A. Bouillon in un interessante video di Le Monde.


Impossibile gridare, fuggire, difendersi. 


Impossibile dire no. 


Questo stato di paralisi è frequente: riguarda quasi il 70% delle vittime. 


Perché?




La risposta è legata al funzionamento del cervello e alla “siderazione psichica” (o "freezing") che, come spiega la psichiatra M. Salmona “è un’incapacità di pensare e agire, un blocco completo. In questi casi si parla di effrazione del campo psicologico, che blocca il cervello attraverso la non rappresentabilità della situazione, il fatto che sia terrificante, impensabile, impossibile, che costituisca una minaccia grave per l’incolumità mentale e psichica della vittima. Improvvisamente le funzioni superiori non riescono a gestire la situazione, e non possono neanche gestire l’emozione provocata da quello che accade”.




Nel video è possibile comprendere nel dettaglio come ciò accada, e come il meccanismo si accompagni a volte alla dissociazione. La vittima non prova più dolore né emozioni; ma non è la vittima a decidere di scollegarsi, è il suo cervello che si scollega per salvarla. Spesso ciò si accompagna a sensazioni di irrealtà e perdita di riferimenti spazio-temporali, con difficoltà a ricordare e raccontare quanto accaduto, rendendo difficile la denuncia e aumentando il senso di colpa.




Poche le vittime che denunciano, di conseguenza, anche per la paura di sentirsi chiedere “e tu cosa hai fatto? Ti sei difesa? Eri consenziente o no?”. Ma secondo l’avv. Bouillon “rimproverare una donna di non aver detto ‘no’ è sempre più marginale. Accade ancora, ma sappiamo bene che quello non è il centro della questione.”




Non posso infine che essere d’accordo con quanto espresso dall’avvocata a fine video:


“C’è un solo colpevole, ed è il violentatore.


Non importa quello che lei ha fatto o detto, quello che indossava, quello che ha pensato, quello che aveva bevuto o fumato.


C’è un solo colpevole, ed è il violentatore”.




Il video, in lingua francese (è possibile attivare i sottotitoli con la traduzione automatica), è disponibile qui:


https://www.youtube.com/watch?v=sxS4p_PnM_A






27 novembre 2021